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Il bivio di Sessano


STORIA DEL COMUNISMO MOLISANO
PER IL BENE COMUNE DI MARZO 2019


Alle elezioni regionali del 2018, il Pd prese 13.122 voti. Alle primarie del mese scorso hanno votato 14.000 cristiani. E Facciolla ha vinto con 900 voti di differenza. E si trova: 13.100 + 900 = 14.000.

Pure Ruzzone, quando fa le primarie nella sua famiglia, per vedere chi si deve candidare a consigliere comunale, piglia 5 voti, cioè piglia il voto di tutti, della moglie e dei tre figli più il suo. Quando però si presenta alle elezioni comunali, piglia 4 voti. E si incazza perché vuol dire che uno della sua famiglia non lo ha votato. Però non insiste, perché certe volte non si ricorda nemmeno per chi cazzo ha votato lui.

Alle elezioni regionali del 1990, senza considerare Democrazia Proletaria e gli altri piccoli partiti di sinistra, il Partito Comunista prese 31.432 voti e si prese 4 seggi del consiglio regionale. Rispetto a mo, ci stavano ventimila comunisti in più. Ma erano altri tempi… era caduto il muro di Berlino da un anno e quando arrivò la notizia pure in Molise, tre o quattro anni dopo, molti passarono a Ovest, anche fra quelli eletti con falce e martello.

Questa cosa qua bisogna saperla, perché a noi della Cantina Iammacone fa piacere assai che ci sta una sinistra e ci sta una opposizione, perché senza l’opposizione la democrazia non funziona. Però i giovani devono sapere la storia dei comunisti in Molise, se no fanno gli stessi errori.

Io ho conosciuto i comunisti del Molise. Pochi. Uno. Si chiamava Carrino. Era di Macchiagodena e quando diceva le cose ti faceva arrizzare i peli. Era un vero comunista perché sapeva che cos’è la fatica. Nel senso che era uno che chiegava la sghina. Dopo di lui non ne ho visti più. Dopo di lui, in Molise, nessuno più ha chiegato la sghina. Tutti si sono accattati il motozappa ma dopo pochi mesi l’hanno rimesso dentro a lu funnach’ e là sta.

Arrivarono le pensioni di invalidità, le pensioni di anzianità, i posti alle Poste, i posti alla Regione, i posti alla Provincia, in qualche Comune assunsero persino un vigile urbano per il traffico delle pecore. E così finì la transumanza e sul tratturo cominciarono a crescere le fafoglie.

E come si faceva ad essere comunisti in mezzo al benessere? Che poi non era benessere perché con mille euro al mese ci appicciavi la pippa. Ma ai molisani bastava la pippa. Si accontentavano di votare uno che andava a fare il comunista alla Regione, o uno che andava a fare quello di sinistra al Parlamento. Bastava solo che lo potevano dire. Perché era brutto prima che tutti dicevano: “Siete democristiani” che sembrava una cosa brutta. Allora inventammo i democristiani che si mettevano la maglietta dei comunisti e dicevano che erano comunisti ma facevano i democristiani.

Questa cosa qua succedeva già tempo prima. Quando ero giovane tenevo un amico a Temennotte. Si chiamava Francisco lu Scuorpo. Siccome non gli avevano dato la pensione e teneva già trentacinque anni si incazzò e fece la sezione comunista di Temennotte. Tutti lo ignoravano. Solo da Conca Casale gli arrivò una cartolina di incoraggiamento. Conca Casale era l’unico posto dove si raggiungeva il quorum dei referendum. Insomma, tutti lo ignoravano ma lo ignoravano così tanto che lui si sentiva ignorante.

Allora, per disperazione, si iscrisse alla Democrazia Cristiana e gli regalarono un diploma. Ma quando parlava si capiva che era un comunista perché bestemmiava e non poteva vedere i preti. Per migliorare si iscrisse alla scuola tibetana di Caccavone, che durante la guerra aveva insegnato ai molisani a vivere felici con le patane. Imparò a non bestemmiare e a vedere nei preti degli uomini come a noi. Così, per premiarlo, gli diedero una casa popolare al bivio di Fornelli e lui passava il tempo a contare le macchine che andavano a Colli.

Una volta, un turista lo vide alla finestra e gli chiese dove stava il lago di Castel San Vincenzo. Lui per rispondere, perse il conto delle macchine, si incazzò, schiattò il turista e si mangiò un paio di bambini che passavano. E tutti dissero: “Ecco, chi nasce comunista non può morire democristiano”. E da allora tutti votarono a Michele Iorio.


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"Chi pensa male non sbaglia. Chi pensa bene campa" (Rossano Turzo)