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LA CORRIERA PER IL LUSSEMBURGO E LA SCAPECE ALL'AUTOGRILL

PER IL BENE COMUNE DI GIUGNO 2017


Il primo a parlare di Turismo in Molise fu Peppino Scarsone di Sesto Campano. Peppino capì, già nel 1861, che il fatto che Garibaldi e Vittorio Emanuele si erano incontrati là vicino poteva essere importante e chiamò una ventina di nigeriane da mettere sulla strada vicino all’autovelox, per invogliare i turisti a rallentare e fermarsi. Che le nigeriane e i turisti servivano alla stessa cosa: a rallentare… che Peppino aveva anticipato il turismo lento e lo slow-food… un genio!

L’idea di Peppino Scarsone fu ripresa da Mario Kitebbivo agli inizi del Novecento. Quando andò in Argentina, si portò dentro alla valigia due provoloni di Vastogirardi e li fece assaggiare agli abitanti di Rosario. La cosa ebbe successo e vennero organizzati due pullman di turisti per l’Alto Molise. Ma furono bloccati al porto di Buenos Aires perché non tenevano i salvagenti abbottati.

Poi, dopo alla seconda guerra mondiale, quando arrivavano i soldi da Roma e tutto era bello e democristiano, cominciarono a fare gli uffici per il turismo: l’Ept, gli assessorati regionali, provinciali, comunali e persino le Pro-loco e le associazioni che servivano a fare le sagre e i libretti dove tu trovavi scritto quello che già sapevi ma là sopra stava scritto meglio. E certe volte nemmeno lo sapevi! Ruzzone, per esempio, teneva una preta importante sopra allo stipite della porta di casa da quando era nato e lo scoprì solo a cinquant’anni: che scrissero sulla libretta che quella preta era longobarda e teneva uno stemma di spade e sacramenti che a Ruzzone erano sempre sembrati cazzate di qualche scalpellino di Pescopennataro. Ma da allora che lo sa, mo ci appiccia sotto una cannela come ai tabernacoli della Madonna di Pompei.

Un’occasione persa fu l’autostrada Termoli-San Vittore. Che, se ci stava quella, mo tenevamo gente fino a dentro le case e il pane di Matrice lo vendevamo dentro all’autogrill di contrada Chiavicone e a Sarni facevano i panini a cinque euro con il petto di pollo delle galline della moglie di Iammacone e con la scapece che si fa in casa Nicola Sottaceto.

Il mese scorso, “Creare Futuro” ha fatto una riunione e ha detto che per lo sviluppo del turismo in Molise ci vuole un assessore capace e preparato. Poi, ha detto che ci vuole una task force di esperti preparati. Ci vogliono infrastrutture sostenibili e ricettizie. Ci vuole pure che portano quelli che si sono occupati di turismo fino a mo dall’oculista perché tengono la miopia del marketing. Hanno detto pure che ci vuole la cultura dell’accoglienza e, soprattutto, ci vogliono finanziamenti adeguati.

Ruzzone ha subito notato che è la stessa ricetta che hanno applicato all’Ittierre ma non ha funzionato.

Pure per l’Ittierre c’è stato sempre un assessorato capace e preparato, sempre vicino, vicino assai, fin dai tempi della Pop84.
Pure per l’Ittierre hanno chiamato una task force di esperti preparati che hanno constatato la miopia del marketing ma il collirio non l’hanno trovato.

Pure a Pettoranello hanno applicato la cultura dell’accoglienza: quando sono venuti da fuori hanno menato persino le spillatrici appresso ai dipendenti e hanno detto alle dipendenti che tenevano la faccia triste perché non facevano attività sessuale… e nessuno ha mai detto niente. Anzi, li hanno pure accompagnati all’osteria di Patratern’ con i macchinoni del Liktstain.

E i finanziamenti adeguati, dalla Gepi alla Finmolise, non li abbiamo mai negati a nessuno.

Nonostante tutte queste messe a novantagradi, il Turismo per Pettoranello non si è sviluppato. È aumentato solo una specie di ‘ncoppa e sotto per il Lussemburgo.




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