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LE ORECCHIE DEL PD

PER IL BENE COMUNE DI MARZO 2016

La cosa più bella che ci hanno raccontato alla Cantina Iammacone nel mese scorso è stata la moccicata di recchia che Scarabeo voleva fare a uno del suo partito, a Di Nunzio.

L’ex assessore alle Attività Produttive ha perso le staffe con il consigliere regionale del suo stesso partito Domenico Di Nunzio perché non era d’accordo su una questione di passaggio da una commissione all’altra.

Sembrava che volevano allargare una commissione e però non si poteva fare e allora si sono incazzati e Scarabeo si è incazzato più di Di Nunzio e gli voleva moccicare una recchia.
La moglie di Ruzzone che si trovava là per fare le pulizie ha detto che però Di Nunzio pure lo moccicava con le parole perché non lo voleva nella stessa commissione pure se era dello stesso partito. Perché quando si sta in commissione, secondo lui, è meglio tenere vicino uno che non è della tua parte piuttosto che uno che già sa tutt’ cos’.

Nella stessa giornata, Scarabeo aveva detto che voleva fare una lista alle comunali di Isernia con i dissidenti del Pd, con gli ex amministratori del Pd e con un po’ di gente del centro. E forse Di Nunzio non lo voleva vicino per questo… chi lo sa!

Comunque di questo fatto della recchia ne abbiamo parlato per settimane. Perché ci siamo ricordati a Taison, il pugile che si incazzava come a uno spaccatore di prete e che era un sacramento grosso come a Nicola Papella.

Ci siamo ricordati pure quando Iammacone non voleva allargare la porta della cantina e Mario Beso che pesava 145 chili non ci passava. Mario Beso diceva che lui teneva diritto all’allargamento perché quando avevano fatto la porta lui non ci stava e allora nessuno lo aveva pensato. E non era giusto che uno faceva una porta senza sapere chi ci doveva passare e soprattutto in assenza di uno che teneva un certo peso.

Insomma, povero Mario rimaneva sempre all’esterno della Cantina e per fare la passatella si doveva affacciare dalla finestra da fuori e noi dovevamo avvicinare il tavolo alla finestra da dentro. Che sembrava che facevi a padrone e sotto con un francobollo perché Mario Beso riempiva tutta la finestra e le ante facevano da cornice.

Quando pioveva, però, dovevamo chiamare un guaglione che gli manteneva l’ombrello e quando stavano aperte le scuole Mario non poteva giocare perché i guagliuni stavano tutti a farsi fare i compiti dal prete.

Così, un giorno di febbraio, mi sa che era il 23, Mario Beso acchiappò Iammacone che era uscito a posare una cascia vuota di Peroni e gli disse che voleva l’allargamento. Iammacone rispose che non lo poteva fare perché se entrava pure lui dentro alla Cantina non ci stava più spazio per nessuno.

Allora Mario Beso gli moccicò la recchia e Iammacone gualiò come a una faina e fece una astema che non si può scrivere… però possiamo mettere le iniziali: Pd.



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