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TURZO PER IL BENE COMUNE DI LUGLIO 2015

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LA CORRENTE, IL VENTO E IL BACCALÀ

Con l’essiccazione di grandi merluzzi si eliminavano germi e batteri. Il merluzzo veniva pescato dai Vichinghi che lo essiccavano al vento. Il freddo secco, per tre settimane, faceva sì che non andasse a male. Lo stoccafisso si preparava in questo modo al nord della Norvegia.

Con una lettera, il Consiglio dei Ministri ha stabilito che il progetto "San Michele" non si farà. Bocciato quindi in maniera definitiva il piano per installare 54 pali eolici al largo della costa molisana.

Quando i Baschi – che nel Nord dell’Europa pescavano le balene – scoprirono il metodo dei Vichinghi, iniziarono una pesca intensiva del merluzzo. I Baschi introdussero l’uso del sale. Non fu una loro invenzione perché si faceva la stessa cosa nell’antico Egitto e in Cina. In questo modo si disidratava il pesce.

Secondo Legambiente l’Italia non dovrebbe rinunciare all’eolico in mare. «In Italia non sembra esserci speranza per i progetti off-shore – afferma Legambiente –. Al largo delle coste italiane sono stati presentati in questi anni quindici progetti di impianti eolici e sono tutti fermi, nel più totale disinteresse del governo, quello di Renzi e quelli che lo hanno preceduto».

In Molise l’uso del baccalà è legato ai digiuni della Chiesa. Era l’unico pesce che poteva arrivare nei territori interni della regione. Il Molise non era una regione di pescatori. Persino a Termoli la popolazione era soprattutto di contadini che qualche volta pescavano. All’interno del Molise il baccalà arrivava attraverso le fiere. Si barattava con altro e costava pochissimo. Quelli che non potevano permettersi nemmeno il baccalà compravano l’aringa. Il baccalà era comunque collegato alle festività e ai digiuni.

Pure a Isernia è arrivato un vento, una corrente. È nato Molise Democratico che l’hanno fatto quelli del Pd che dicono che bisogna scostarsi dalla politica del Pd regionale che, oltre a fare poco sulla sanità e i fondi europei, non ha voluto sostenere l’iniziativa popolare per il dimezzamento delle indennità e l’eliminazione dei vitalizi.

Ruzzone non crede più a niente. Ha detto che per lui “è nu sciusc’ pur’ kuiss’”; che questa cosa nuova del Pd dentro al Pd non serve né per seccare il pesce né per far capire il digiuno a Ruta e Frattura. È una filippina moscia come a quella che arriva alla Cantina Iammacone quando entra Peppino Recchiamoscia e non chiude la porta di alluminio anodizzato che dà sul corridoio pieno di casse di Peroni vuote. Che basta che uno si alza, abbandona la passatella per qualche secondo e chiude la porta. E quel poco di aria che era entrato già ce lo siamo scordati tutti quanti.


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