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Giovanni Petta Stefania Craxi
Craxi Io parlo e continuerò a parlare, Giovanni Petta Craxi, Isernia, Giovanni Petta
Il libro è interessante per due aspetti:
  • La ricostruzione storica degli ultimi quarant'anni di vita politica italiana: soprattutto le vicende immediatamente precedenti e successive a Tangentopoli. C'è l'organizzazione dei partiti, le positività di un sistema che preparava le classi dirigenti. C'è la negatività di un sistema utilizzato da tutti e che toglieva risorse al Paese ("Ma la politica ha i suoi costi!"). Ci sono i servizi segreti, le stragi, Ustica, Falcone, Borsellino ecc.
  • L'aspetto umano. La vicenda di un uomo costretto ad abbandonare il suo Paese. Un uomo che sembra rassegnarsi a morire in esilio e che invece lotta tenacemente perché sente di essere descritto in Patria così come pensa di non essere. A pagina 54 Craxi scrive: “Se la mia condanna è quella che io debba morire in esilio così sarà”. Subito dopo però aggiunge: “Voglia Iddio che questo non avvenga”. Anche in altre pagine subito dopo una frase conclusiva e apocalittica ce n'è una in aggiunta che parla di speranza. Pur nella consapevolezza della sua condizione, sembra che Craxi continuamente nel miracolo della riabilitazione.
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